Lo sviluppo delle proprie forze è lo scopo di ogni apertura, tanto che il vantaggio di sviluppo è visto come una caratteristica nettamente positiva. Se si leggono le regole per una buona apertura sembrerebbe tutto chiaro e semplice. Se così fosse, sarebbe però immediato enunciare anche un metodo per valutare numericamente il vantaggio di sviluppo di uno dei due colori.
Questo metodo, se esistesse, dovrebbe basarsi sui tempi (cioè sulle mezze mosse) che sono rinvenibili nella posizione. Per esempio, dopo le prime mosse della Spagnola:
B
sembrerebbe che sia il Nero sia il Bianco abbiano giocato tre tempi, ma il Nero ha giocato un pedone laterale, mentre il Bianco ha sviluppato ben due pezzi. Se ora il Bianco cambia, dopo la ripresa del Nero con il pedone d, quest’ultimo avrebbe “sviluppato” tre pedoni, mentre il Bianco avrebbe sviluppato un pedone e un Cavallo che però attacca un pedone avversario. Da questo semplice esempio si comprende come contare semplicemente i tempi come si faceva ai tempi di Nimzowitsch sia semplicistico e non serva a molto. Due ulteriori esempi. Dopo una variante della Scandinava (1.e4 d5 2.exd5 Cf6 3.Ab5+ Ad7 4.Ae2 Cxd5) si ottiene questa posizione:
B
Sembrerebbe che il Nero abbia sviluppato due pezzi contro uno solo del Bianco; però l’Alfiere in d7 è mal piazzato (tanto che di solito si gioca 5…Af5) e il Cavallo in d5 è facilmente rimosso con la spinta in c4; al contrario l’Alfiere in e2 occupa una posizione di reale sviluppo. Ben si comprende quindi che per valutare il vantaggio di sviluppo è necessario che i tempi contati siano “utili”.
Dopo le mosse 1.e4 g6 2.d4 Ag7 3.Ad3?!, nella Guzzetti-Albanesi (Corsico, 2008) si è raggiunta una posizione dove in effetti il pedone d4 è in presa, ma io giocai velocemente e meccanicamente 3…d6!?. Devo confessare che non vidi nemmeno il pedone in presa, ma forse nel mio subconscio non sembra utile guadagnare un pedone dopo sole tre mosse! Infatti dopo 3…Axd4 4.Cf3 Ag7 5.0-0
N
il Bianco ha un enorme vantaggio di sviluppo tant’è che se ora il Nero giocasse una mossa debole (tipo 5…e6) il gioco sarebbe all’incirca pari. Il motivo è che il Nero, a parte l’Ag7, non ha sviluppato nessun pezzo e non ha arroccato. Ammesso che nel suo piano non sia contemplato l’arrocco, i pezzi vanno pure spostati!
Risulta pertanto ragionevole valutare lo sviluppo
come il numero di mosse che manca alla posizione desiderata.
In molte aperture moderne si cercano impianti che non prevedono necessariamente l’arrocco o lo sviluppo di tutti i pezzi; per esse, modernamente lo sviluppo deve considerarsi in base al numero di tempi necessari alla posizione voluta.
Le regole dello sviluppo
- Il vantaggio di sviluppo è un vantaggio dinamico (temporaneo) che deve essere trasformato in un vantaggio statico.
- Chi è in vantaggio di sviluppo deve aprire la posizione.
- Chi è in svantaggio di sviluppo, ma possiede un vantaggio materiale non dovrebbe assegnare compiti difensivi ai pezzi che premono sulla posizione nemica (Znosko-Borovsky).
Il primo punto è ovvio: prima o poi, se lasciato indisturbato, l’avversario completerà lo sviluppo.
Il secondo è comprensibile perché solo in posizioni aperte i nostri pezzi sviluppati potranno esercitare tutto il loro potenziale d’azione. Nella Chigorin-Burn (Ostenda, 1905)
N
il Nero giocò 9…Axf5! 10.exf5 e4 e il Nero recupera il pezzo con gli interessi perché se il Bianco sposta il Cavallo perde la Donna.
L’ultimo punto è invece più oscuro e non si comprende, se non inserito in un contesto più ampio in cui ritirare un pezzo già sviluppato aumenta il nostro ritardo di sviluppo. Probabilmente è necessario utilizzarlo cum grano salis. Per esempio nella posizione seguente (Nimzowitsch-Capablanca, San Pietroburgo, 1914)
B
Il Bianco giocò 15.Dd3, ritirando la Donna a difesa di e4 (e lasciando aperta la strada al pedone a). Secondo Shereshevsky e secondo Watson sarebbe migliore 15.f3!, lasciando la Donna in attacco. Secondo Kasparov, dopo 15.Dd3 De6 16.f3 Cd7 si doveva invece giocare 17.Af4 anziché la passiva 17.Ad2? che è bollata come erronea da Kasparov e come il vero errore del Bianco. I motori invece giudicano equivalenti 15.Dd3 e 15.f3 e propongono (dopo 15.Dd3 De6 16. f3 Cd7) 17.a4 per conservare un lieve vantaggio.