L’apertura inizia a essere importante quando si è superata la fase del principiante e diventa importantissima per il giocatore avanzato; è altresì importante quanto più si accorcia il tempo della partita (in una partita blitz 3’+2″ non si possono pensare 30″ alla terza mossa!). La creazione di un libro delle aperture è sicuramente un passo fondamentale per ogni scacchista. Per crearlo è però importante capire come studiare le aperture.
Un’analisi storica
Fino alla fine del secolo si usavano strumenti come l’Enciclopedia delle aperture per avere una visione globale e libri monografici per approfondire. Esistevano poi libri come “1.e4 Un repertorio per il Bianco”. Questo approccio aveva tutta una serie di problemi:
- Le enciclopedie erano annualmente superate dalle “novità”, tanto che usciva praticamente un aggiornamento annuale che spesso rivedeva anche il giudizio su tante linee o addirittura testi (come gli Informatori) che riportavano le novità degli ultimi mesi.
- Le monografie erano anch’esse superate dalle novità, ma cosa più grave, per mere ragioni commerciali tendevano a essere ottimiste, tanto che non era infrequente che comparissero monografie su aperture dubbie che solo alla fine evidenziavano le criticità dell’apertura.
- I libri dei repertori erano ancora peggio: da un lato spesso trascuravano linee che comunque venivano incontrate in partite; erano ottimisti nelle valutazioni, ma soprattutto non tenevano conto dello stile del giocatore.
Quando i motori divennero abbastanza forti da dire la loro anche in apertura lo scenario mutò. Alcuni autori (Marin, Avrukh ecc.) pensarono di scrivere opere monumentali usando i motori e spesso affibbiando alla lora personale ricerca linee che il motore promuoveva! Questo approccio sembrava convincente, ma evidenziò altri problemi.
- Per un umano era praticamente impossibile ricordare centinaia di pagine, migliaia di linee e, di fatto, il testo poteva servire solo per una valutazione post-mortem di una partita. Poiché però l’analisi era effettuata praticamente dal motore, tale valutazione la si aveva semplicemente anche inserendo la partita nel motore per vedere come la giudicava!
- Molte linee erano promosse/bocciate in base a considerazioni marginali. Se alla ventesima mossa il motore dà al Bianco un vantaggio di 0,25 non si può bocciare la variante scelta dal Nero perché il vantaggio è talmente esiguo che basta una mossa imprecisa del Bianco per vanificare ogni prospettiva di vittoria.
Riprenderemo questi risultati più avanti.
Libro e repertorio di aperture
Innanzitutto distinguiamo due concetti molto importanti.
- Il libro delle aperture è un insieme di varianti che abbiamo deciso di giocare, analogamente a quello che usano i motori.
- Il repertorio è un libro corredato da partite modello.
Ovvio che prima si debba costruire il libro e poi passare eventualmente al repertorio. Senza un libro completo si avranno sempre dei buchi nei tornei, ma senza un repertorio, spesso, una volta finito il libro, non si saprà cosa fare.
Molti scacchisti preferiscono evitare il problema (“gioco senza aperture”, nel senso di un gioco svolto senza conoscere la teoria delle aperture), cercando di applicare, fin dalle prime mosse, le regole generali della strategia scacchistica, certi che comunque sceglieranno qualcosa di buono. Purtroppo non è così per due motivi:
- In apertura le mosse candidate sono veramente tante ed è ottimistico sceglierle in base a considerazioni molto generali e in base al proprio gusto personale, né si può pretendere che con una riflessione a tavolino si possa decidere quale sia la linea più convincente rispetto al nostro stile di gioco. Esistono diversi studi che dimostrano che giocare senza aperture fa perdere circa 200 punti Elo alla nostra forza di gioco. Infatti una certa casualità del risultato scacchistico (nel senso che non vince sempre il più forte!) dipende anche dal fatto di essere usciti bene o male dall’apertura.
- Chi tende a giocare senza aperture non ha compreso che senza lo studio negli scacchi non si va molto avanti; chi non ha aperture perché non vuole studiare, difficilmente potrà emergere nella tattica (dove ore di esercizio sono fondamentali), nei finali ecc.
È necessario studiare a memoria le varianti?
Non necessariamente. Sicuramente una buona base mnemonica aiuta soprattutto nelle varianti forzate, quelle più tattiche, ma in genere esistono due possibilità:
- Libro mnemonico. È adatto a chi ha una buona memoria, soprattutto lineare. Cioè a chi è in grado di ricordare benissimo non tanto le mosse, quanto la loro sequenza.
- Libro a schema. Gli schemi di apertura sono idee logiche e coerenti su come trattare un’apertura, in base a considerazioni più posizionali che non alla sequenza delle mosse. Esempi di schemi di apertura sono per esempio il sistema Colle oppure l’Attacco Indiano.
Occorre precisare che ragionare per schemi è spesso un modo elegante per non studiare in dettaglio un’apertura. Infatti, se porta a buoni risultati in determinate aperture, in altre è del tutto insufficiente e predispone a perdere il vantaggio del tratto se si gioca con il Bianco o a subire più del dovuto se giochiamo con il Nero. Per esempio, contro la Siciliana chiusa
il Nero può adottare alcune regole generali:
- Tenere conto nelle prime mosse della minaccia e5 (per questo si gioca prematuramente d6).
- Se il Bianco attacca con il fronte di pedoni e4-f4-g4, alla mossa g4 con l’idea di spingere poi in f5, si deve essere pronti a respingere i pedoni bianchi con un’immediata f5.
- Poiché il Bianco ha come piano alternativo la spinta in d4, si deve occupare la casa d4 con un Cavallo, ma solo dopo che il Bianco abbia sviluppato il Cavallo in f3 o in e2 (perché il nostro Cavallo può così essere cambiato con il Cavallo bianco senza perdere tempo su un’eventuale c3).
- Se sulla nostra f5, il Bianco prende in f5 con un pedone (quello e o quello g) noi riprendiamo con il pedone opposto a quello che ha effettuato la cattura (se ha preso con e prendiamo con g e viceversa).
Come vedete sembra tutto facilissimo. Addirittura esiste uno schema (apertura Ippopotamo) che prevede le prime 10 mosse a schema (cioè praticamente qualunque cosa faccia l’avversario!) arrivando con i pezzi neri a questa posizione.
Anche nel caso dell’Ippopotamo, massima espressione del libro per schema, i risultati dipendono dal gioco scelto dall’avversario; a gioco corretto non c’è dubbio che il Nero soffrirà, ma, poiché spesso il Bianco si confonde per la stranezza delle mosse, in molti casi i risultati sono incoraggianti.
In linea del tutto generale possiamo affermare che ragionare per schemi fa guadagnare solo circa 100 punti Elo (dei 200 previsti), cioè siamo a metà strada fra avere un ottimo libro e non averlo. Il vantaggio della scelta è l’innegabile risparmio di tempo.
Studiare per schemi in modo corretto – Esistono molti testi che vorrebbero insegnare un’apertura ragionando per schemi. In realtà, molti non fanno che proporre qualche idea, mostrare diverse partite, senza un’analisi esaustiva dell’apertura, sono cioè testi superficiali.
Studiare per varianti – Anche in questo caso moltissimi sono i testi in circolazione, ma pochissimi sono validi. Senza considerare quelli più vecchi di dieci anni (che risentono del mancato uso del computer) i difetti principali sono proprio evidenziati dal passare il libro al computer (si veda Come scegliere l’apertura) per cui si tralasciano linee secondarie, ma meritevoli di attenzione (che probabilmente riceveranno molta attenzione in futuro, visto che i motori ne danno valutazioni accettabili), oppure si dimenticano (a volte volutamente per non “distruggere” l’apertura proposta) linee critiche, magari citate solo alla fine della trattazione (i difetti dell’apertura devono essere esplicitati subito per evitare che il giocatore perda inutilmente tempo, soprattutto se il difetto mette in crisi il suo gioco). Sarebbe infine opportuno che un’apertura fosse affrontata prima per schemi e poi per varianti.
La soluzione – Dipende dal tempo a disposizione e dalle preferenze individuali. Sicuramente lo studio mnemonico è più efficiente rispetto a quello a schema, ma lo è solo se si ricordano tutti i dettagli delle posizioni. Ciò può dipendere in gran parte dalle aperture scelte; infatti alcune sono veramente molto complesse da studiare mnemonicamente perché fra inversioni di mosse, rientri, numero di scelte dell’avversario, si rischia la confusione totale. Per esempio, se con il Bianco si vogliono studiare le varianti principali della Spagnola chiusa, ci si accorgerà ben presto della difficoltà del compito perché è il Nero che sceglie la linea su cui si svilupperà la partita con il Bianco che segue classiche manovre a schema (per esempio il percorso del Cavallo Cb1-d2-f1-g3). Purtroppo, a seconda di come si muove il Nero, il Bianco dovrà trovare una risposta soddisfacente e ciò può comportare la memorizzazione di molte varianti simili, ma non uguali.
Quindi, prima di scegliere un approccio mnemonico, assicurarsi di essere in grado di gestire la complessità dell’apertura scelta. Va da sé che per giocatori sopra ai 2.000 punti Elo studiare solo a schema è molto penalizzante.
Come studiare le aperture?
Ricapitoliamo. Utilizzando tre mezzi:
- Un ottimo database aggiornato che mostri la situazione attuale della frequenza delle linee e che dia una prima valutazione in base alle performance Elo realizzate dai due colori nelle varianti e le relative percentuali.
- Un motore aggiornato su un computer abbastanza veloce; i motori danno una valutazione oggettivamente buona dell’apertura solo arrivati a una certa profondità (per esempio a profondità 27); se per esempio ci vogliono 10 minuti per arrivare alla profondità voluta, lo studio diventa molto difficile. Valori sensati sono 2-3 minuti.
- Ottime monografie, scritte negli ultimi 5 anni; sicuramente saranno state scritte con l’aiuto dei motori più performanti ed eviteranno errori grossolani (in termini di ottimismo della proposta) e tenderanno a non dimenticare linee interessanti.
Sono poco utili monografie in DVD, dove MI o GM commentano “visivamente” (cioè sulla scacchiera a video) le varie varianti; simili sono i video YouTube. Tali mezzi sono necessarriamente molto limitati perché, dato il tempo a disposizione, sono troppo generici.
Capito come studiare, il passo successivo è scegliere un’apertura.