Le strutture pedonali hanno riscosso un interesse sempre crescente nella didattica scacchistica; purtroppo, come vedremo, non sono state comprese a fondo, spesso facendo parte di quella concezione degli scacchi che dava una grandissima importanza alla strategia (rispetto alla tattica).
Le strutture pedonali si possono dividere in due grandi famiglie: generali e particolari. Questa distinzione non appare nella letteratura scacchistica e sarà oggetto di questo articolo.
Le strutture pedonali generali sono quelle veramente molto comuni, che praticamente ogni scacchista incontra:
Le strutture pedonali particolari praticamente sono tutte le altre. Nonostante siano usciti testi (come quello di Rios Chess Structures o quelli di Laketic su Il centro pedonale a dente di sega) che studiano in dettaglio le strutture particolari, vedremo che tale studio non differisce granché dallo studio dell’apertura che genera tali strutture. Non vi sono in realtà strutture particolari trasversali fra le varie aperture, al più ci sono alcune varianti di un’apertura che arrivano a una certa struttura, ma non è detto che sia poi possibile applicare i concetti generali della struttura a quella fattispecie.
La formazione Caro-Kann
Come esempio studieremo la formazione Caro-Kann, trattata sia da Rios sia (ancora più in dettaglio) da Laketic.
La formazione nasce a dente di sega, con il pedone d che lotta contro i pedoni e e c del Nero dopo che i pedoni d del Nero ed e del Bianco sono stati cambiati (ovviamente esiste anche la sega invertita, ma l’eventualità è più rara perché si tratta di una formazione difensiva e giocarla con il Bianco non è il massimo).
Laketic distingue poi quattro tipi di sega, a seconda di dove si trova il pedone c: in c2, c3 (la formazione Caro-Kann di Rios), c4 e c5 (quella che Rios di fatto non tratta). Ogni struttura ha poi una variante a seconda che il pedone g del Nero sia in g7 o g6 (quindi con sviluppo dell’Alfiere in fianchetto). Poi Laketic propone anche altri tipi (misti) di struttura dove il Bianco ha i pedoni doppiati in c3-c4 oppure c2-c3 (manca in entrambi i casi il pedone b).
Da questa prima analisi appare evidente che si rischia di essere troppo superficiali se si tenta di unificare le tante strutture che si sono esaminate.
Vediamo come vengono descritti i motivi strategici delle prime due formazioni a sega (rimandando al testo di Laketic per le altre due).
Sega 1
Laketic indica che la struttura è soprattutto tipica della Scandinava, soprattutto quando il Bianco arrocca lungo, sfrutta l’avamposto in e5 e cerca un’avanzata pedonale sull’ala di Re. Concetti logici, ma troppo vaghi per orientare un giocatore di medio-basso livello lungo tutta la partita.
Sega 2 (Caro-Kann di Rios)
Questa è la struttura più interessante, con il Bianco che difende il pedone d4 con il pedone c3.
Piani del Bianco
- Secondo Laketic, avamposto in e5 (pronto per attaccare il Re; impedisce il raddoppio delle Torri nere sulla colonna d)
- Pressione lungo la diagonale b1-h7
- Pressione lungo la diagonale g5-d8
- Rotture pedonali f4-f5, h4-h5 oppure b4-b5
- Passaggio alla sega 3.
Rios evidenzia i punti 1, 2, 5, ma aggiunge l’idea di spingere in c4-c5 per impedire la spinta di rottura del Nero e guadagnare il controllo di d6
Piani del Nero
- Spinte di rottura contro d4, con c5 (soprattutto se l’Alfiere campochiaro è in b7) ed e5
- Spinta in b5 per rendere sicuro un Cavallo in d5
- Difesa dell’arrocco con g6 (contro il piano 2 del Bianco).
Rios sottolinea che la spinta c5 alla fine produce una struttura generale di 3-3 vs. 4-2, di fatto modificando tutto. Sottolinea anche che la spinta e5 è di solito più difficile. Ci dice anche che il Cavallo e del Bianco è molto più forte di un eventuale Cavallo in d5 del Nero che può essere cacciato con la semplice c4, molto più comune della spinta del pedone f del Nero per cacciare e5 (perché la spinta indebolisce l’arrocco).
Rios negli esempi mostra diversi passaggi alla sega 3 che Laketic caratterizza con la massima attenzione che i due colori danno al centro (il Bianco continua a piazzare un Cavallo in e5, cerca di spingere in d5 con motivi tattici, cerca anche la spinta c4-c5, mentre il Nero cerca di attaccare d4).
Laketic dà poi consigli del tipo:
- L’Alfiere c8 è cambiato in f3 prima che il Bianco ha giocato Cbd2, che potrebbe rendere vano il cambio (l’altro Cavallo salta in f3-e5).
- Se il Bianco è passato alla sega 3 l’Alfiere camposcuro del Nero può attacca d4.
- In questa struttura è tipico il cambio dell’Alfiere camposcuro con il suo omologo, meno frequente con un Cavallo.
- In caso di Alfieri di colore contrario in mediogioco e cambio del pedone d4 del Bianco per quello c5 del Nero, il Nero gode del vantaggio del Re più al sicuro perché ha un pedone in più come copertura.
- Il Nero deve evitare il cambio delle Donne
- Meglio conservare entrambe le Torri per raddoppiarle sulla colonna d.
- Il Bianco, che è in vantaggio di spazio, deve conservare almeno tre pezzi leggeri.
- Se il Bianco non è passato alla sega 3, potrebbe cambiare le Donne e gli altri pezzi per sfruttare la coppia degli Alfieri.
Tutto chiaro? Per niente. Quello che la pratica rivela è che:
- Non è chiaro quali piani applicare, come scegliere fra i piani, esistendo parecchie eccezioni.
- Molti GM sbagliano sia il piano sia la tempistica di applicazione.
- Cosa ancora più critica è che i vari piani non sono tipici della struttura pedonale, ma della combinazione della struttura con l’apertura dalla quale la struttura deriva.
Questo è il punto critico:
(1) lo studio di una struttura pedonale particolare non può essere disgiunto dall’apertura da cui la struttura deriva perché la posizione dei pezzi diventa fondamentale.
Di fatto, la (1) rende dubbia l’indicazione di tanti piani per una data struttura, rendendo decisamente più proficuo lo studio diretto dell’apertura.
Vediamo un caso classico.
1.e4 e6 2.d4 d5 3.Cd2 dxe4 4.Cxe4 Ad7 5.Cf3 Ac6 6.Ad3 Cd7 7.De2 Cgf6 8.Cxf6+ Cxf6 9.c3 Axf3 10.Dxf3 c6.
B
Si tratta di una Francese Rubinstein che Laketic propone fra le aperture cui deriverebbe comunemente la sega 2 (la Caro-Kann di Rios). Non è facile convincerci che moltissimi degli asserti sopraesposti non sono per niente validi (per esempio non ci sono più Cavalli per occupare e5). Le partite che partono da questa posizione hanno spesso criteri strategici loro.
Così gran parte delle strutture pedonali particolari studiate falla didattica scacchistica non sono altro che una rivisitazione di una certa apertura, addirittura a volte di un sottoinsieme di varianti di un’apertura. La posizione dei pezzi, i cambi che sono stati fatti, lo stile del giocatore ecc. sono elementi che contribuiscono a rendere praticamente impossibile generalizzare la struttura, a meno di non stilare lunghissimi elenchi di possibilità nelle quali il giocatore di medio livello si perde.
Come ulteriore esempio della (1) analizziamo quella che Rios definisce struttura KID Type III; come dice il nome, la struttura deriva principalmente dall’ Est Indiana; infatti, Rios elenca i piani tipici di questa struttura nell’Est Indiana (attacco del Bianco sull’ala di Donna e del Nero sull’ala di Re con spinte dei pedoni f, g e talvolta h).
Il punto è che la struttura si origina anche dall’apertura Cigorin dopo:
1.e4 Cc6 2.Cf3 d6 3.d4 Cf6 4.c3 e5 5.Ad3 Ag4 6.d5 Ce7 7.c4
N
Ora le partite continuano di solito con 7…Cg6 o 7…g6, di fatto rinnegando tutti i piani Est indiani perché i pezzi non sarebbero coerenti con i piani di tale apertura. La partita Anand-Timman (Linares 1991, le mosse iniziali sono di una Pirc: 1.e4 d6 2.d4 Cf6 3.Ad3 e5 4.c3 Cc6 5.Cf3 Ag4 6.d5 Ce7 7.c4) continuò con: 7…Cg6 8.g3 Ae7 9.Cc3 Dc8 10.Ae2 O-O 11.h4 c5 12.Cd2 Ad8 13.Axg4 Cxg4 14.Cb5 Ae7 15.h5 Ch8 16.f3 Ch6 17.g4 a6 18.Cxd6 Axd6 19.g5 f5 20.gxh6 f4 21.hxg7 Rxg7 22.Cb3 Cf7 23.Ad2 Tg8 24.Ca5 Rh6 25.Db3 Tb8 26.O-O-O Tg2 27.Dc3 Dd7 28.Axf4+ e il Nero abbandona.
Il dogmatismo delle strutture pedonali
L’inconveniente di applicare piani toppo generici a una struttura pedonale particolare può portare a un certo dogmatismo inconcludente. Esaminiamo questa posizione che si origina da un centro Grunfeld (Rios); siamo nella Karpov-Kasparov (New York 1990).
N
In un match del campionato mondiale Kasparov giocò la debole 1…Te8?!. Premesso che Kasparov conosceva benissimo la struttura pedonale Grunfeld, è inspiegabile come abbia giocato una mossa dubbia, forse a riprova che il piano suggerito da Rios di controllare la colonna c sia canonico, ma dipenda anche dalla posizione dei pezzi in gioco.
In ogni caso Rios analizza solo 1…Cc4! e 1…Db7, ritenendole migliori della mossa giocata da Kasparov, giudicata dallo stesso nell’analisi post-mortem un errore posizionale.
Anche dopo lunga riflessione, il fortissimo motore (Komodo) conviene che 1…Te8 sia dubbia e che 1…Cc4 sia la prima scelta, con valutazione 0.00 cioè parità assoluta. Il punto veramente critico è che Rios e tutti coloro che valutano solo la struttura pedonale non considerano nemmeno la mossa più semplice, cioè 1…e6, secondo gli umani un errore posizionale, visto che e6 e g6 mal si combinano, rendendo le case scure deboli (ma qui l’Ag7 c’è ancora). 1…e6 è parimenti valutata come prima scelta a 0.00, parità assoluta. Evidentemente il motore non considera solo la struttura pedonale, ma anche il posizionamento dei pezzi rimasti.