L’attacco di scoperta è un tatticismo che crea contemporaneamente due minacce utilizzando due pezzi (anziché uno come nell’attacco doppio). Ecco un semplice esempio (Euwe-Thomas, Hastings 1934):
B
1.Ad5! La scoperta sulla Torre in f8, attaccando contemporaneamente la Donna, chiude la partita; se 1…Txf2 segue 2.Dg8#. Il Nero ha creato addirittura tre minacce, una sulla Donna, l’altra sul punto f8 e l’ultima sul punto g8.
Il pezzo che effettua la mossa (che si sposta consentendo la scoperta) è il pezzo offensivo, mentre il pezzo che si trova sulla linea d’attacco è il pezzo retrostante. Nell’esempio l’Alfiere è il pezzo offensivo e la Tf2 è il pezzo retrostante.
Si deve rilevare che la minaccia del pezzo offensivo può essere attuata anche con un investimento (in materiale); in questo caso quanto più il pezzo attaccato con la scoperta è di valore tanto più la combinazione promette di essere vantaggiosa. L’investimento può avvenire anche per rendere possibile la scoperta (Portisch-Karpov, 1996):
N
1…Txb5! 2.Axb5 Tg4 e il Nero guadagna la Torre in h1 recuperando con gli interessi la qualità sacrificata con Tb5.
A volte l’attacco di scoperta serve semplicemente come premessa a un altro tema tattico.
Nella Gaidarov-Vitolinsh, Riga 1978)
N
il Nero giocò 1…Axc4! L’attacco di scoperta è facilmente parato, basta cambiare la Torre: 2.Txa8 Dxa8 3.bxc5. Se ora l’Alfiere prende la Torre, il Nero ha dato due pezzi per una Torre e un pedone, ma se invece 3…Da6! giocando sulla Torre non sufficientemente difesa, chiude la partita. Come si vede l’attacco di scoperta è servito per portare in gioco la Donna.
Ovviamente l’attacco di scoperta può essere preparato in modo anche molto complicato. Ecco un esempio (Pelc-Belouskin, 1975):
N
L’esempio è molto complesso perché non è immediato vedere che il pezzo offensivo è il Ce5 e quello retrostante l’Ag7, ma solo dopo che si è cambiato in d4, portando l’Alfiere in d4 (attrazione). La combinazione è resa possibile infine dall’infelice posizione della Ta1: 1…Cxd4 2 Axd4 Cd3+! 3.exd3 (3.Dxd3 Dc1 4.Dd1 Dxd1 5.Rxd1 Ad4 +-) Adx4 e vince.
Ecco un altro esempio di attrazione per preparare la scoperta (Szilagyi-Van Steenis, Budapest 1949):
B
1.Ab4! e il Nero abbandona perché seguirebbe 2…Dxb4 3.Cxe6+.
Scoperta non sul Re
Con l’analisi della casistica più comune si può affermare che gli attacchi di scoperta non sul Re si suddividono in due classi.
- le due minacce sono su pezzi
- una minaccia è sul Re (matto) e l’altra su un pezzo.
Ecco un esempio della seconda classe (Antoshin-Rabar, Baku 1964).
B
Con la mossa 1.Ce6 si minaccia un mortale scacco in h3 e contemporaneamente la donna nera (1…Dg5 2.Th3 Dh5 3.g5#).
La minaccia di seconda classe può essere preparata da un’opportuna manovra. Nella Bryntse-Eriksen (1950)
B
la mossa 1.Ce7+ ha lo scopo di spingere il Re nell’angolo, dopodiché segue la scoperta: 1…Rh8 2.Txf7!
Scoperta sul Re
Se un attacco di scoperta dà anche scacco la sua forza cresce notevolmente perché si limita il numero di possibili difese (lo scacco deve essere parato). Lo scacco può essere dato dal pezzo offensivo oppure dal pezzo retrostante; in quest’ultimo caso si parla di scacco di scoperta.
Se infine, sia il pezzo difensore sia quello retrostante danno scacco ecco che si parla di scacco doppio, la forma più efficace di scoperta perché le uniche mosse legali sono quelle di Re.
Un esempio di scoperta con scacco in apertura.
N
La posizione del Nero non è affatto buona, ma pensa di rifarsi sul pedone d4 e gioca 1…Cd4?? cui segue 2.Cxd4 e se 2…Dxd4 3.Axh7+ guadagnando la Donna.
Un esempio di scacco di scoperta, preparato da una manovra che crea le condizioni della scoperta (Bunoch-Matocha, 1968):
B
Dopo 1.Ae7+! Rh6 (non va 1…Txe7 per 2.Dxe7+ Rh6 3.Txh7#) il Re è attirato in h7. 2.Txh7+ Rxh7 3.Af8+ e matto in g7.
Infine un esempio di scacco doppio (Serebrisky-Solmanis, 1946):
N
1…Axf2+ (attrazione) 2.Rxf2 Db6! (si creano le condizioni per la scoperta) 3.Txe6? (era migliore 3.Te3) Tf4++ 4.Rg3 fxe6 5.Txf4 g5 e vince.