Si parla di attacco di minoranza quando un pedone (o due) va all’attacco di due (tre) pedoni avversari. L’attacco di minoranza era un tema strategico molto importante nella prima metà del XX sec.; infatti, attorno al 1920, si fece strada la possibilità che una minoranza potesse attaccare una maggioranza lasciando alla fine (dopo l’annientamento della minoranza) un pedone arretrato o un pedone isolato che potevano essere facilmente attaccati. In realtà, oggi questa arma strategica ha perso gran parte del suo fascino perché l’evoluzione della teoria scacchistica ha mostrato come l’attacco di minoranza fosse strettamente legato ad alcune aperture specifiche. La sua fortuna nella parte centrale del XX sec. derivava dal fatto che le aperture giocate ad alto livello tendevano a essere sempre le stesse, il Gambetto di Donna in primis. Nel 1960 Pachman trattava l’attacco di minoranza partendo proprio da una posizione del Gambetto di Donna:
B
L’attacco di minoranza consiste nell’avanzata b4-b5; se il Nero gioca c5, con dxc5 il Bianco isola il pedone d; se invece il Nero prende con cxb5, il Bianco con Ab5 rende i pedoni a e b del Nero esposti: per esempio se il Nero gioca b6, il Bianco con un altro attacco di minoranza gioca a5. Infine se il Nero permette bxc6, se prende il pedone bianco c6 con il suo pedone b, questo resta debole in c6; se invece riprende con un pezzo, diventa per lui difficile difendere i pedoni b7 e d5.
In realtà le cose non sono così semplici, tanto che oggi la maggior parte delle partite a partire dalla posizione indicata non sono interessate dall’attacco di minoranza (che peraltro può essere fermato dalla spinta del pedone in a5).
Un’altra apertura interessata dall’attacco di minoranza è la Siciliana (dalla parte del Nero che spinge i pedoni a e b contro i pedoni a, b e c del Bianco), ma, anche in questo caso, l’attacco è possibile con la piena collaborazione del Bianco che per esempio decide di abbandonare la sua ala di Donna per un attacco al Re avversario.
Per approfondire: La struttura Carlsbad