Lo SCAP (scacco-cattura-attacco-posizione) è un sottovalutato metodo di insegnamento della tattica scacchistica, noto da anni, ma poco considerato ad alti livelli. Probabilmente questa sottovalutazione nasce dal fatto che il forte giocatore lo gestisce in modo talmente naturale da non considerarlo un vero e proprio metodo, ma parte del suo DNA.
A dire il vero, sulla P dell’acronimo esistono varie interpretazioni (per esempio il maestro Tarascio la considera come “pianificazione”). Il termine posizione vuole richiamare il gioco posizionale relegando la strategia in secondo piano rispetto alla valutazione tattica della posizione.
Il giocatore classico è infarcito di dogmi strategici che alla fine finiscono per annebbiare le sue capacità tattiche; anche se durante la partita presta molta attenzione alla tattica, basta un momento in cui ce ne si dimentica e si opera strategicamente per finire in posizione difficile, a volte irrimediabilmente persa. Lo stesso attaccamento al materiale, alla struttura pedonale, ai vantaggi statici della posizione sono spiegabili con una visione troppo strategica del gioco degli scacchi.
Già Dorfman (e con lui Suba) con il suo metodo ha messo in luce l’importanza del dinamismo, senza tuttavia essere in grado di portare i suoi insegnamenti a livello medio. Il suo metodo, di fatto, risulta troppo nebuloso e in definitiva complesso per poter essere applicato con successo da chi non lo applica già naturalmente.
Come si arriva al metodo SCAP? Analizzando gli errori tattici dei giocatori medi. In Rete esistono esempi di giocatori di Paesi meno avanzati (che quindi probabilmente non hanno la possibilità di giocare tornei omologati) che conoscono pochissimo di apertura e di strategia (si vede dalle prime mosse), ma che giocano alla pari con giocatori da 1800-2100 punti Elo in partite lampo, tipo 3’+2″. Con tutti i dubbi che si possono avere sul gioco in Rete, la cosa è curiosa e mi ha portato ad approfondirla, scoprendo che anche da noi abbiamo dei casi simili.
Si tratta di giocatori che applicano naturalmente lo SCAP. Vediamo pertanto in cosa consiste il metodo.
- Data una posizione, si analizzano prima gli scacchi.
- Poi si passa alle mosse che comportano una cattura.
- Infine si analizzano le mosse d’attacco.
- Se poi non si trovano linee promettenti, si passa a una valutazione strategica della posizione.
- Trovata una linea promettente (mossa candidata) si analizzano le risposte dell’avversario sempre in chiave SCAP.
Alcune note.
- La linea deve essere “promettente” cioè non si deve usare la priorità in modo assoluto (“do sempre scacco sperando che sia matto”), ma solo se si giunge a una linea valida.
- Il metodo funziona ovviamente anche quando ci si difende (e serve per valutare le difese dell’avversario!); per esempio, quando cerchiamo di sfuggire a uno scacco perpetuo non facciamo altro che usare il metodo SCAP.
- Cosa si intende per attacco? Può essere la minaccia diretta o indiretta a un pezzo o a un pedone oppure una minaccia indiretta a causa dell’immobilità del pezzo, cioè una minaccia di cattura. La rete (minaccia) di matto è quindi una forma d’attacco. Infine si deve considerare attacco anche la minaccia di promozione del pedone perché di fatto porta a un guadagno di materiale.
Limiti dello SCAP
Il limite più evidente dello SCAP è che in moltissime posizioni si finisce per arrivare alla P: il giocatore torna a giocare staticamente e il dinamismo è lasciato solo per i momenti più caldi della partita. Come vedremo analizzando il metodo SCAS, nello SCAP non si considerano le spinte pedonali che quindi restano in modo confuso sospese fra tattica e strategia, fra statica e dinamica.

Lo SCAP (scacco-cattura-attacco-posizione) è un sottovalutato metodo di insegnamento della tattica scacchistica
Un esempio
Per spiegare il metodo vediamo una partita (De Palma – Albanesi, Pavia 2016) in cui entrambi i giocatori hanno praticamente ignorato il metodo SCAP.
1.e4 e6 2.d3 d5 3.Cd2 c5 4.Cgf3 Cc6 5.g3 Ad6 6.Ag2 Cge7 7.0–0 0–0 8.Te1
N
Questa è la posizione di partenza della nostra indagine. Dopo la partita De Palma (Elo 2061) mi ha tenuto una lezione sull’attacco indiano, con una profondità degna del testo di Laketic sull’apertura; è stata la sua enorme preparazione che mi ha convinto della lacunosità di un approccio squisitamente strategico agli scacchi. Ora partiamo con lo SCAP.
8…Cg6?! L’unica cosa che ricordavo è che nel mio repertorio il Nero cercava di impedire la classica spinta e5 del Bianco. Quindi perché non giocare Cg6? Semplicemente perché si ignorano sia la cattura del Bianco (9.exd5 con creazione dei pedoni sospesi) sia l’attacco classico con 9.h4. Con lo stesso scopo strategico era migliore 8…Dc7. Si noti come lo SCAP conduca comunque a scartare una mossa strategica, preferendone un’altra.
9.h4 Ovvia. 9…Cge5?! A questo punto coerente, anche se era meglio tornare in e7 e difendere d5; la mossa si espone a un cambio (cattura) di cui si dovrebbe valutare attentamente le conseguenze. 10.Cxe5 Axe5 11.Cf3?!
Probabilmente il mio avversario ha giocato il Cavallo in f3 per continuare a sperare in un attacco indiano, ma la mossa non è corretta, visto che ora l’attacco sull’ala di Re ha perso un pezzo dopo il cambio in e5. Secondo lo SCAP, 11.Cf3 attacca un pezzo che però è di egual valore (al più si ottiene la coppia degli Alfieri, cosa interessante, ma non come la seconda opzione); perché non attaccare un pedone indifeso con 11.Cb3! Se 11…b6 12.exd5 exd5 13.Df3 e gli attacchi continuano!
11…Af6 12.e5 Ae7 13.h5?!
Una mossa inutile, sempre giocata con lo schema classico dell’attacco indiano.
N
13…h6
Ora il Nero non ha opzioni SCA e deve ricorrere alla strategia (P) semplicemente fermando il pedone h.
14.Ch2 Continuando le mosse tematiche. 14…f5? Una mossa non necessaria che attiva la Torre. Anche il Nero gioca come se l’attacco del Bianco fosse possibile. La mossa si espone alla cattura in f6 che di fatto non è buona per il Nero, migliore erano mosse di consolidamento come 14…b6.
15.exf6 Axf6 16.Cg4 Ad7 17.c4?!
Sembra logica, ma ha una confutazione tattica che il Nero non vede perché, anziché applicare lo SCAP, dà per scontato che, se prendesse, il pedone e6 risulterebbe terribilmente isolato e arretrato. Con lo SCAP scoprirebbe facilmente che dopo 17…dxc4! (cattura) 18.dxc4 Ad4! (attacco a f2) 19.Ae3 e5 la fortezza del Nero su case nere sarebbe solidissima.
17…d4? 18.Ae4 e5 19.Rg2?! Senza scopo se non quello di sperare di liberare la Torre verso h1?
19…Ag5! L’Alfiere è il pezzo messo peggio per cui proporre il cambio sembra sensato. A questo punto il Bianco si smarrisce e pensa che il Nero abbia sbagliato perdendo semplicemente un pedone. In realtà, il Nero non ha tirato nessun trucco e ha agito solo strategicamente, senza accorgersi della debolezza (in realtà fittizia, ma comunque da valutare) del pedone e5.
20.Ad5+?! Rh8 21.Cxe5?! Cxe5 22.Txe5
A questo punto dopo aver perso un pedone, finalmente il Nero applica il metodo SCAP.
22…Txf2+ ! 23.Rxf2 Df6+ 24.Df3 [le altre sono peggiori: 24.Af4?? 24…Axf4 25.gxf4 Dxf4+ 26.Df3 Dxe5; 24.Rg2 Dxe5 25.Axg5 Dxg5 26.Df3 Ag4 27.Df4 Dxf4 28.gxf4 Axh5 con lieve vantaggio del Nero] 24…Dxe5 25.Axb7?
N
Il Bianco gioca classicamente guadagnando materiale; è vero che è sempre una cattura, ma si dovrebbero analizzare le conseguenze dell’attacco all’Alfiere e soprattutto al punto b2.
25…Td8?
Il Nero restituisce il favore. Con lo SCAP si può fare un salva e attacca dirompente: 25…Tb8! 26.Ae4 (26.b3?? Ae3+!! (scacco!) 27.Axe3 (27.Rg2 Txb7 -cattura!- 28.Dxb7 De8 con la terribile minaccia dello scacco in c6) 27…dxe3+ 28.Dxe3 Dxa1e vince) 26…Axc1 27.Txc1 Txb2+ 28.Rg1 con noiosa pressione del Nero] 26.Af4 Df6?!
Il Nero non ha di meglio che la cattura in f4, dopodiché, se recupera il pedone, il gioco dovrebbe essere pari. Anche in questo caso la mossa Df6 non è nello spirito dello SCAP (26…Axf4) perché si espone a un attacco (alla Torre d8).
27.Te1?
Il Bianco gioca classicamente: cosa c’è di meglio che occupare una colonna aperta? Cosa c’è di meglio che mettere in gioco il pezzo inattivo? Era migliore 27.Ac7! Tf8 28.Dxf6 Txf6+ 29.Rg2 Af5 e il Nero non ha recuperato il pedone e deve lottare duramente per pareggiare.
27…Axf4! Cattura, ma non c’è di meglio. Il vantaggio è che la mossa induce il Bianco in errore. 28.gxf4?!
Dopo 28.Dxf4 il Bianco conservava un certo vantaggio. Probabilmente il Bianco non se l’è sentita per 28…Dxf4 29.gxf4 Tb8 30.Ad5 Txb2+ ma la posizione del Re nero è veramente precaria.
N
28…Dh4+?
Un’applicazione frettolosa dello SCAP. Fra lo scacco e l’attacco con Tb8 era migliore questa seconda possibilità: 28…Tb8 29.b3?? Dh4+ e vince perché ora 30.Dg3 perde un pezzo. Dopo 28…Dh4+ 29.Dg3 Dxh5? 30.Te7 con attacco a g7.
29.Rf1?? Ah3+ e il Bianco abbandona.
Una partita dove una visione troppo rigidamente strategica della posizione ha di fatto prodotto gravi errori tattici.