Nei finali di Re e pedoni, oltre alla geometria del Re è importante la geometria dei pedoni, cioè i loro movimenti quando i Re sono fuorigioco, ormai inessenziali alla lotta. A un certo punto di questi finali, quello che conta è l’azione dei pedoni. Vediamo i casi tipici.
Con i Re fuorigioco, spesso la strategia migliore è semplicemente quella di spingere i pedoni passati. Dvoretzky identifica 3 casi principali:
- Un pedone di Torre promuove impedendo la promozione dell’altro (cioè arriva con un tempo di anticipo).
- Un pedone promuove con scacco e ruba un tempo all’avversario, tempo che sarà usato per bloccare il pedone che sta andando a promozione.
- Entrambi promuovono e si ha un finale di Donne (e pedoni).
In quest’ultimo caso si hanno 4 sottocasi:
- Una Donna viene catturata dall’altra grazie a uno scacco d’infilata lungo una colonna o una diagonale.
- Una Donna riesce a dare matto.
- Le Donne vengono cambiate e si ritorna a un finale di pedoni.
- Il finale di Donne è tutto da giocare.
La parte forte deve essere in grado di utilizzare i casi sopraesposti in modo favorevole. Per esempio, in questo studio di Walker (1841) sono utilizzati i punti 1 e 3c:
B
1.b4 f5 2.b5 f4 3.b6 f3 4.b7 f2 5.b8D f1D 6.Db5+ Dxb5+ 7.Rxb5 Rg4 8.a4 e vince.
Con la locuzione spinta di rottura s’intende il sacrificio di uno o più pedoni per promuoverne un altro. Il caso tipico è quello di 3 pedoni contro 3:
B
Se il Bianco ha il tratto vince spingendo il pedone centrale e poi quello di fronte al pedone nero che non ha preso: 1.b6 cxb6 2.a6! bxa6 3.c6 oppure 1…axb6 2.c6 bxc6 3.a6.
Se invece il tratto fosse al Nero l’unico modo di pattare è spingere il pedone centrale 1…b6; se invece spinge uno dei due pedoni laterali, il Bianco spinge quello esterno a quello nero spinto e vince; per esempio 1…a6? 2.c6!
In genere le spinte di rottura sono efficaci quando il Re avversario è fuori gioco e quindi con i pedoni laterali (se il Re è dall’altra parte); in questi casi la superiorità di materiale può non contare. Ecco un esempio (Maslov-Glebov, Russia 1936):
N
Il pedone a4 non sembra aver vita lunga, ma la posizione del Re Bianco suggerisce al Nero la strada vincente: 1…h5 2.Ra3 g5 3.Rxa4 f5 4.Rb5 [4.exf5 g4; 4.hxg5 f4] 4…f4 5.gxf4 gxh4 e il pedone promuove.
Un esempio molto più semplice è offerto da de la Villa:
B
1.h6! Re6 2. g6 e vince.
Data la relativa lentezza del Re nello spostarsi da un lato all’altro della scacchiera, un pedone passato lontano è un plus notevole (si veda la forza del pedone h del Bianco nell’esempio precedente): per catturarlo, il Re deve sguarnire un’ala che diventa preda dell’altro Re. Pertanto, nel mediogioco è sempre opportuno considerare le maggioranze pedonali che potrebbero generare un pedone passato lontano perché il passaggio a un finale di Re e pedoni può essere la strategia vincente.
Il pedone passato lontano è così importante che la parte forte può anche sacrificare un pedone per crearsi lo spazio per sfruttare il pedone passato lontano. In questo studio di Rothlander (1893) il Nero pareggerebbe se il tratto fosse a lui (1…f5):
B
Con la mossa al Bianco tutto cambia: il Bianco sacrifica addirittura un pedone per fare spazio all’avanzata del suo Re e sfruttare il pedone h: 1.f5+! Rxf5 (1…Rg5 2.f6!) 2.h4 Rf6 (2…Re5 3.Rg4 f6 4.h5 Re6 5.Rf4 e vince) 3.Rf4 Rg6 4.Rg4 Rh6 5.h5 f6 (5…Rh7 6.Rg5) 6.Rf5 Rxh5 7.Rxf6 Rg4 8.Re5 Rf3 9.Rxd5! Re3 10.Rc4 e vince.
Se un pedone è passato, ma è protetto da un suo collega, il Re avversario non solo non può catturarlo direttamente, ma deve anche stare attento a non uscire dal suo quadrato di promozione. La parte forte utilizzerà questo vincolo per conquistare una casa critica del pedone; appare chiaro che il compito della parte forte è tanto più facile quanto meglio è piazzato il suo Re rispetto a quello avversario.
Un caso molto importante è quello rappresentato da un pedone contro due in diagonale avanzata a lui contrapposti.
Per studiare la posizione si è soliti usare uno studio di Dedrle (1921), sistemando opportunamente i due Re. Per esempio:
B
In questo caso il Nero perde sia che abbia il tratto che non. Innanzitutto il Nero deve stare nel quadrato del pedone a: 1…Rf6? 2.a5!.
Studiando poi la posizione si scopre facilmente che la casa corrispondente a d3, f3 o h3 è d5, mentre e5 corrisponde a g3 ed e3.
Se il Bianco conquista l’opposizione sulla quinta vince (d5-f5; e5-g5) perché procedendo verso ovest catturerà facilmente il pedone nero.
Se il Bianco resta sulla seconda traversa, il Nero deve rimanere sulla sesta (per poi spostarsi eventualmente in d5 o e5); con il Re sulla sesta il Bianco passa sulla quarta e poi conquista l’opposizione sulla quinta.
Questo studio permette di maneggiare facilmente tutte le varianti della posizione, cioè con collocazioni diverse dei Re. Nel caso in esame, se la mossa è al Nero il Bianco riuscirà a salire sulla quinta (1…Rd5 2.Rf5!; 1…Re5 2.Rg5!; 1…Rd6 2.Rf4 Rd5 3.Rf5!); se la mossa è al Bianco gioca 1.Rf4 e poi su 1…Rd5 2.Rf5.
Si deve infine notare che se il Re nero si porta in c3 abbandonando il quadrato, riesce a liberare il pedone b (catturando in b3), ma il pedone di Cavallo che ne risulta è perdente contro la Donna (il Bianco arriva a Donna quando il pedone b è ancora in b3; diverso sarebbe se si liberasse un pedone d’Alfiere).
Questo esempio mostra come sia relativamente complesso riuscire a gestire il concetto di pedone passato protetto perché spesso nella valutazione della posizione entrano altri concetti elementari che possono addirittura avere la priorità per un giudizio definitivo.
Per esempio (Bottlik, 1952) in questo caso abbiamo un pedone passato protetto contro un pedone passato lontano.
B
Il Bianco vince spingendo e cambiando il suo pedone passato (che in quanto protetto è più forte dell’altro perché non ha bisogno della difesa del Re), conquistando poi una casa critica del pedone b5 del Nero: 1.Rf3 Re5 2.Rg4 Rf6 3.c6 Re6 4.Rxg5 Rd6 5.Rf5 Rxc6 6.Re6 e vince.
I tempi di riserva
La posizione seguente (1) nasce dall’analisi del finale di pedoni di Capablanca (pedoni g2 e h2 del Bianco contro pedone h7 del Nero, Re in g1 e g8). Il finale non è elementare se non nella sua fase conclusiva (quella del diagramma) perché per arrivare alla posizione elementare vinta per il Bianco le strade sono molte e ovviamente il Re nero non se ne starà in g8, ma ostacolerà l’arrivo del Re bianco in h6, la casa fondamentale. Supponiamo comunque di partire da questa posizione:
(1) – B
per spiegare cosa sono i tempi di riserva. Il concetto di tempo di riserva risale a Steinitz che sosteneva che la migliore collocazione dei pedoni fosse nella casa di partenza perché è spesso molto utile poter scegliere se spingere un pedone di una o due case. Nella posizione sopraesposta il piano del Bianco è di portare i pedoni in g5 e h5 per poi giocare la rottura g5-g6 quando (e solo quando!) il Re nero è in h8. Infatti in questa situazione:
(2) – B
1.g6! hxg6 2.hxg6 Rg8 3.g7 Rf7 4.Rh7 e il pedone promuove. Come utile esercizio si verifichi che, se il Re nero fosse in g8, la posizione sarebbe patta (2…Rh8!).
Come arrivare nella posizione (2) partendo dalla (1)? Il Nero oscillerà fra g8 e h8. Il Bianco spingerà 1.g4 e 2.g5. A questo punto potrà giocare 3.h3, 4.h4 e 5.h5 oppure 3.h4 e 4.h5. Nel primo caso, contando i due tempi delle prime due mosse, avremo 5 mosse; nel secondo caso solo 4. L’oscillazione del Re nero da g8 ad h8 porta il Re in h8 dopo un numero di mosse dispari, quindi dopo 5 mosse del Bianco il Nero finirà in h8, quello che vogliamo. Quindi la sequenza corretta è: 1.g4 Rh8 2.g5 Rg8 3.h3! Rh8 4.h4 Rg8 5.h5 Rh8 e siamo nella posizione (2), il Bianco vince grazie al tempo di riserva che ha permesso 3.h3 e 4.h4 (3.h4 patterebbe).