I finali elementari di Cavallo sono stati trattati nell’articolo corrispondente. Qui ci occuperemo di finali più complessi, dove è difficile o impossibile dare regole generali. Nei finali dove anche la parte debole ha un Cavallo e ci sono più pedoni le csoe si complicano.
Se la situazione è C+P contro C, in genere il risultato è la patta perché è difficile evitare il sacrificio del Cavallo sul pedone (erigendo una barriera alla zona di avanzata del pedone), ma la parte debole deve stare molto attenta alla regola 7: la parte forte devia il Cavallo avversario sacrificando il proprio e liberando la strada al pedone. Tale strategia è sempre vincente se il pedone è arrivato in settima. Ecco uno studio di Kling (1867):
B
1.Cb4 Rc5 2.Cd3+ Rd5 3.Cf4+ Rc6 4.Cg6 Rd5 5.Cf8 (prima deviazione) Ce5 6.Rb6 (il Bianco migliora la posizione del Re) Cc6 7.Cd7 Rd6 8.Ce5 (il Bianco propone il cambio dei Cavalli, visto che il finale di pedone è banalmente vinto) Cb8 9.Ra7 Rc7 10.Cc4 Cc6+ 11.Ra8 Cb8 12.Cb6 Ca6 13.Cd5+Rc6 14.Cb4+ (la deviazione finale) e vince.
Regola di Botvinnik – Più i pedoni aumentano e meno si può inquadrare il tutto in uno studio sistematico. Vale la regola di Botvinnik: un finale di Cavallo è un finale di pedoni, cioè i principi validi per i finali di pedoni valgono anche per quelli di Cavallo. Poi conta il calcolo!
A riprova di ciò, si può proprio citare il manuale di Dvoretzky nel quale l’autore ci dice che “le posizioni con 4 pedoni contro 3 sono considerate vinte dalla teoria” e che diminuendo il numero dei pedoni (3 contro 2 o 2 contro 1) aumentano le possibilità di salvarsi. Dvoretzky cita uno studio di Fine (1941) che mostra in modo molto complicato l’asserto. Poi mostra un finale giocato in maniera pessima proprio da Fine (1949), a riprova del fatto che a tavolino non si ha il tempo necessario per analizzare le finezze di finali molto complessi.